Con il termine nanofat si intende una tecnica emergente per l‘innesto di grasso che sta guadagnando popolarità nei campi della medicina rigenerativa, dell’estetica e della ricerca traslazionale.
Il potere delle cellule stromali mesenchimali (MSC) è noto fin dagli anni ’70 e studi recenti hanno dimostrato che le stesse sono presenti in diversi tessuti, come il tessuto adiposo.
In effetti, il tessuto adiposo è un’importante riserva di cellule stromali mesenchimali ed è accessibile attraverso le tecniche di liposuzione utilizzate quotidianamente in chirurgia plastica. È quindi diventato sempre più evidente che le cellule stromali mesenchimali utilizzate mediante trasferimento di tessuto adiposo rivestono un notevole interesse per la chirurgia rigenerativa. Questo trattamento è diventato noto come fat grafting, lipofilling e lipomodelling.
Il nanofat grafting si basa sull’uso di grasso autologo e rappresenta un nuovo concetto nel campo del lipofilling. In questa tecnica, il grasso viene prelevato dal paziente e trasformato in nanofat, che è composto da piccole particelle di grasso (meno di 0,1 mm di diametro) contenenti un’alta concentrazione di cellule staminali e fattori di crescita.
L’uso del nanofat nel ringiovanimento del viso
Un lavoro di ricercatori italiani e francesi, pubblicato sul Journal of Clinical Medicine, ha eseguito una revisione completa della letteratura sull’applicazione e sugli effetti del nanofat nella medicina rigenerativa e nella chirurgia estetica facciale.
L’innesto di nanofat ha un’ampia gamma di applicazioni cliniche, tra cui la riparazione di cicatrici, il trattamento dell’alopecia, la rigenerazione del tessuto mammario e la rigenerazione dei tessuti in generale.
Questa tecnica è particolarmente utile per il lipomodellamento, in quanto contiene molte cellule staminali che possono differenziarsi in vari tipi di cellule, come adipociti, osteoblasti e condrociti.
Il grasso è un tessuto ben organizzato e compatto che contiene una popolazione eterogenea di cellule e viene spesso definito “deposito di cellule staminali” per la sua abbondanza di cellule staminali.
Nonostante i risultati promettenti, è necessario usare cautela nell’utilizzo di questa tecnica, in particolare nella chirurgia estetica del viso, per evitare potenziali complicazioni.
Questo studio si propone di condurre una revisione completa della letteratura sull’applicazione e sugli effetti del nanofat nella medicina rigenerativa e nella chirurgia estetica facciale.
La revisione
Questa revisione è stata condotta cercando nelle banche dati PubMed, MEDLINE ed Embase il 30 marzo 2023, integrata dalle competenze e dalle conoscenze degli autori.
I termini di ricerca utilizzati sono stati “nanofat” e “tessuto vascolare stromale nanofat”. Sono stati presi in considerazione solo gli articoli pubblicati negli ultimi sei anni; per garantire coerenza, tutti gli autori hanno rivisto e discusso gli stessi articoli e prima della revisione è stato compilato un manuale di screening e di estrazione dei dati.
I revisori hanno valutato i titoli, gli abstract e i testi integrali di tutti gli articoli per determinarne la rilevanza e hanno creato in collaborazione un modulo di graficizzazione dei dati per presentare gli articoli selezionati sotto forma di diagramma di flusso. Un totale di 180 studi è stato vagliato e valutato per l’ammissibilità: 30 articoli hanno soddisfatto i criteri di inclusione.
La revisione affronta quindi la tecnica del nanofat grafting, i suoi tre momenti, la possibilità di combinare il trattamento con altri andando ad approfondire le modalità di utilizzo di questa tecnica con particolare riguardo al ringiovanimento del viso, ai risultati a lungo termine e alla soddisfazione dei pazienti.
Le conclusioni
I metodi disponibili per migliorare la qualità della pelle del viso sono efficaci, ma le iniezioni sottocutanee di nanofat si sono affermate come una tecnica altamente efficiente per il ringiovanimento del viso. Ciò è dovuto alla loro capacità di modificare i modelli del derma. L’innesto di nanofat è una tecnica rigenerativa che prevede l’uso di procedure autologhe e può essere eseguita a livello ambulatoriale.
Gli studi clinici hanno dimostrato la sicurezza di questo approccio: il nanofat si integra con i tessuti dell’ospite senza causare effetti collaterali significativi. L’approccio tradizionale all’invecchiamento del viso sta subendo cambiamenti significativi. Verranno sviluppate terapie innovative mirate a diversi livelli dei tessuti del viso, che consentiranno di ottenere risultati ottimali.
La medicina rigenerativa svolgerà un ruolo cruciale, non solo migliorando l’aspetto, ma anche rigenerando i tessuti, offrendo soluzioni non invasive. Ad esempio, l’aumento di volume utilizzando biomateriali come il grasso autologo può stimolare la rigenerazione dei tessuti e potenzialmente rallentare l’invecchiamento cellulare affrontando i primi cambiamenti anatomici, cellulari e istologici.
Sono necessarie ulteriori ricerche per studiare queste nuove tecniche, che rappresentano una nuova frontiera non solo per la medicina estetica, ma anche per il lipofilling in vari campi medici.
S. La Padula, M. Ponzo, M. Lombardi et al., Nanofat in Plastic Reconstructive, Regenerative, and Aesthetic Surgery: A Review of Advancements in Face-Focused Applications, J Clin Med. 2023 Jun 28;12(13):4351. doi: 10.3390/jcm12134351