La pelle ospita il secondo microbioma più abbondante del corpo umano in termini di massa e diversità (1). Il microbiota cutaneo comprende batteri, funghi, virus e microeucarioti (1–3) e la pelle rappresenta la prima linea di difesa e protezione immunitaria innata contro i microbi.

La pelle normalmente fornisce una barriera fisica per prevenire l’infezione da agenti patogeni; tuttavia, lesioni, microlesioni e piccole alterazioni della barriera possono presentare vie aperte per l’invasione attraverso la pelle, portando infine a un processo infettivo (3). Tra queste infezioni, l’impetigine è particolarmente comune. Infatti, colpisce molto frequentemente i bambini, soprattutto in associazione con la dermatite atopica, in quanto questi soggetti presentano una barriera cutanea deficitaria e un’alterata risposta immune.

Impetigine: fattori di rischio e complicazioni

L’impetigine è classificata come infezione primaria con invasione batterica diretta o infezione secondaria (in associazione a scabbia o eczema)(4-6). Si può presentare clinicamente come tipo bolloso o non bolloso. L’impetigine bollosa è la forma più comune di impetigine ed è causata da S. aureus nell’80% dei casi e Streptococcus pyogenes β-emolitico del gruppo A da solo o in combinazione con S. aureus nel resto.

I fattori di rischio includono il clima caldo e umido, l’affollamento, scarsa igiene e alterazioni cutanee preesistenti. Le complicazioni comuni sono associate in misura maggiore alla forma bollosa dell’impetigine, e comprendono cellulite, linfangite e diffusione dell’infezione.

La patologia è autolimitante, poiché si risolve generalmente in 2-3 settimane, se adeguatamente trattata. I trattamenti comprendono la disinfezione, gli antibiotici sia topici sia sistemici e l’attuazione delle misure sanitarie necessarie per prevenire il contagio.

Sodio ialuronato allo 0,1% per il trattamento dell’impetigine

Uno studio recente (7) ha evidenziato come un gel a base di sodio ialuronato allo 0,1% e perossido d’idrogeno possa essere utile come coadiuvante nel trattamento o nella prevenzione di alcune dermatiti batteriche quali l’impetigine e la perionissi.

In particolare, sono stati trattati circa 15 soggetti di ambo i sessi sia bambini sia adulti affetti da impetigine sia primaria sia secondaria, sia con il gel in monoterapia allo scopo di prevenire la diffusione microbica e proteggere la barriera sia in associazione alla terapia antibiotica.

Il prodotto, dispositivo medico di classe IIa , è in grado di gestire il microambiente cutaneo grazie alla formazione di un film protettivo contro gli agenti esterni che previene le infezioni batteriche sulla zona interessata e aiuta il ripristino della barriera cutanea. Non crea resistenza batterica e questo è di grande importanza in quanto può essere usato a lungo ed anche in occasione di recidive mantenendo intatta la sua efficacia.

Infatti, il perosssido di idrogeno è raccomandato nelle linee guida del National Institute for Health inglese nel management dell’impetigine per evitare la formazione dell’antibiotico resistenza (6).

In altri studi clinici il gel di sodio ialuronato e perossido d’idrogeno è stato dimostrato efficace nel modificare i parametri di alcune comuni infezioni cutanee quali mollusco contagioso e acne (Tab.1)

È, inoltre, importante sottolineare che il perossido d’idrogeno non è l’ingrediente principale e non svolge alcuna azione accessoria a quella del dispositivo, perché il prodotto non agisce uccidendo i batteri, ma attraverso la creazione di un film protettivo contro gli agenti esterni, che previene le infezioni batteriche, gestisce il microambiente della cute e favorisce il naturale ripristino della barriera cutanea. Infatti, il perossido d’idrogeno viene intrappolato nell’impalcatura macromolecolare, creata dal sodio ialuronato e quindi non entra in contatto diretto con i batteri.

Viene, infine, rilasciato a basse concentrazioni, incapace di svolgere un’azione battericida diretta e quindi di sviluppare una eventuale resistenza batterica.

Come recentemente sostenuto da un pannello di esperti in una pubblicazione gli antisettici topici dovrebbero essere la prima linea nel controllo dell’impetigine al fine di prevenire le complicanze e prevenire l’antibiotico resistenza (10).

Bibliografia: 

  1. Racine PJ, Janvier X, Clabaut M, et al. Dialog between skin and its microbiota: Emergence of “Cutaneous Bacterial Endocrinology”. Experimental Dermatology. 2020;29(9):790-800. doi:10.1111/exd.14158;
  2. Flowers L, Grice EA. The Skin Microbiota: Balancing Risk and Reward. Cell Host and Microbe. 2020;28(2):190-200. doi:10.1016/j.chom.2020.06.017;
  3. Kirchner S, Lei V, Macleod AS. The cutaneous wound innate immunological microenvironment. International Journal of Molecular Sciences. 2020;21(22):1-16. doi:10.3390/ijms21228748;
  4. Schachner LA, Andriessen A, Benjamin LT, et al. Do Antimicrobial Resistance Patterns Matter? An Algorithm for the Treatment of Patients With Impetigo. J Drugs Dermatol. 2021;20(2):134-142. doi:10.36849/JDD.2021.5475;
  5. George SMC, Karanovic S, Harrison DA, et al. Interventions to reduce staphylococcus aureus in the management of eczema. Cochrane Database of Systematic Reviews. 2019;2019(10); doi:10.1002/14651858.CD003871.pub3;
  6. Gahlawat G, Tesfaye W, Bushell M, et al. Emerging Treatment Strategies for Impetigo in Endemic and Nonendemic Settings: A Systematic Review. Clinical Therapeutics. 2021;43(6):986-1006; doi:10.1016/j.clinthera.2021.04.013;
  7. Survey BMG 0402-Impetigo, Data on File, BMG Pharma, Via Restelli 1, Milano;
  8. Clinical Evaluation Report BMG 0402, data on file, BMG Pharma, Via Restelli 1, Milano;
  9. Schianchi R, Nazzaro G, Veraldi S. Treatment of molluscum contagiosum with hydrogen peroxide. Clinical and Experimental Dermatology. 2017 British Association of Dermatologists;
  10. Galli L et al. Luisa Galli, Andrea Novelli, Giuseppe Ruggiero, Stefania Stefani & Anna Belloni Fortina. (2022) Pediatric impetigo: an expert panel opinion about its main controversies, Journal of Chemotherapy, 34:5, 279-285.

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