La medicina estetica è una specialità nata con l’obiettivo di migliorare l’aspetto fisico per trattare alterazioni estetiche e sequele antiestetiche di malattie o lesioni e prevenire l’invecchiamento. Le procedure per migliorare l’aspetto del corpo risalgono alle civiltà antiche e sono cambiate in base alla cultura e agli standard estetici; tuttavia, le pratiche di medicina estetica sono sempre state considerate inferiori rispetto alle specialità incentrate sulla guarigione e sull’assistenza sanitaria.

Le basi della deontologia medica: il giuramento di Ippocrate

L’etica è un concetto chiave della medicina, che trascende qualsiasi procedura, luogo o momento in cui il medico opera e indica il comportamento corretto come base di qualsiasi pratica clinica. La genesi di questi principi risale al 400 a.C. con il giuramento di Ippocrate che ha gettato le basi della deontologia medica occidentale.

I principi etici cardine si sono adattati nel corso dei secoli seguendo l’evoluzione della medicina e della società fino a quando, negli anni ’80, è stato stabilito il concetto di “quattro principi più l’ambito di applicazione”.

Secondo questi principi, le questioni etiche in ambito sanitario si basano su quattro impegni: il rispetto dell’autonomia del paziente; i concetti ippocratici di beneficenza e non-maleficenza; la giustizia (cioè l’uguaglianza); la preoccupazione per l’ambito di applicazione.

In medicina estetica, l’ambito di applicazione è il raggiungimento di un aspetto più gradevole, che può essere desiderato da un paziente per diversi motivi, il che richiede una comprensione intima della psiche dello stesso. Il concetto di autonomia riconosce la capacità di autodeterminazione del paziente, la sua indipendenza e la razionalità del processo decisionale ponderato.

Il mondo della medicina estetica di oggi

Il mondo in cui opera un medico oggi non è lo stesso di Ippocrate né quello degli anni Ottanta. Gli specialisti di medicina estetica si affidano oggi a tecniche che non esistevano vent’anni fa, con un aumento delle procedure eseguite e una riduzione dei costi, elementi questi che rendono il settore maggiormente accessibile.

La continua evoluzione della medicina estetica non si è tuttavia accompagnata da una chiara definizione di chi è autorizzato a eseguirne le procedure, del luogo in cui le stesse debbano essere eseguite e delle linee guida da seguire. Questo sviluppo ha generato malintesi, anche tra i medici di altre specialità.

La revisione: il rapporto tra medicina estetica ed etica

Obiettivo di un lavoro di revisione condotto in Italia e pubblicato su Philosophy, Etichs and Humanities in Medicine è stato analizzare il rapporto tra medicina estetica ed etica, concentrandosi sul ruolo dei social media, sulle questioni di sicurezza e responsabilità, sulla complessità del rapporto medico-paziente, sulla ricerca di un’armonizzazione, sul riconoscimento del medico estetico all’interno dei gruppi professionali di pari livello, e mira alla definizione di un’etica centrata sul paziente nella medicina estetica, con la consapevolezza che questa branca, nonostante la sua unicità, sia sempre stata parte integrante della medicina.

La revisione affronta alcuni aspetti critici del rapporto tra medicina estetica ed etica e propone una possibile linea etica deontologica da perseguire sulla base delle pratiche attuali.

La formazione degli specialisti in medicina estetica

Oggi è essenziale e pertinente discutere questi temi, poiché gli specialisti di medicina estetica hanno a che fare con una popolazione di pazienti in crescita e sempre più esigente, che ha subito una profonda evoluzione negli ultimi anni.

Le sfide attuali nel campo della medicina estetica includono la mancanza di uniformità globale per quanto riguarda la formazione degli specialisti in medicina estetica, un numero crescente di medici che la praticano con background formativi diversi, la diffusione della medicina estetica al di fuori degli studi medici o degli ambienti ospedalieri e l’influenza dei social media dove il successo è modellato e dettato dall’identificazione di un aspetto giovanile.

Con il campo d’azione arricchito da tecnologie che mirano non solo al miglioramento in sé, ma anche alla conservazione e alla rigenerazione dei tessuti, è necessario stabilire una discussione multidisciplinare attiva sulla definizione di limiti etici condivisi.

Conclusioni

In una società sempre più basata su stimoli visivi continui, si è verificata una crescita esponenziale del numero di procedure estetiche. Questa tendenza solleva questioni relative al mantenimento di principi etici e deontologici professionali con la crescente popolarità e commercializzazione dei trattamenti.

Poiché la percezione della nostra immagine corporea (cioè l’estetica) ha un impatto sulla nostra salute mentale, questo porta a interrogarsi sul ruolo, la portata e i principi etici delle specialità mediche che si concentrano esclusivamente sul raggiungimento della “bellezza”.

Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, la salute non è definita solo come assenza di malattie o disabilità, ma più ampiamente e olisticamente come “uno stato di completo benessere fisico, mentale e sociale”. È quindi evidente che la medicina estetica è una disciplina medica e deve essere strettamente associata a una condotta eticamente pertinente, hanno concluso gli autori dello studio.

E. Buttura da Prato, H. Cartier, A. Margara et al., The ethical foundations of patient-centered care in aesthetic medicine, Philos Ethics Humanit Med. 2024 Feb 5;19(1):1. doi: 10.1186/s13010-024-00151-1

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