In un contesto globale in cui la bellezza è varia e universalmente apprezzata, la medicina estetica svolge un ruolo chiave nel consentire la trasformazione personale. Combina abilmente gli aspetti dell’individualità e dell’espressione di sé, contribuendo al modo in cui le persone definiscono la propria identità personale.

La medicina estetica diventa anche un mezzo di auto-espressione per la comunità LGBTQIA+ (lesbiche, gay, bisessuali, transgender, queer o questioning, intersessuali, asessuali e altro). In questo rapporto tra creatività e identità, l’aspetto esteriore funge da specchio per qualità come grazia, forza e autenticità, cruciali per le persone LGBTQIA+.

Un percorso di conferma identitaria

Il loro coinvolgimento nella medicina estetica va dunque ben oltre un semplice miglioramento fisico, ma rappresenta un percorso di conferma dell’identità più autentica, permettendo loro di navigare nel caleidoscopio dell’espressione di genere e dell’orientamento sessuale con libertà.

Sebbene la ricerca esistente abbia esaminato in una certa misura le esperienze delle persone LGBTQIA+ all’interno dei contesti sanitari, rimangono notevoli lacune nella comprensione del loro coinvolgimento nell’ambito della medicina estetica.

La revisione

La iniziale scoping review condotta da un gruppo di ricercatori di diversi Paesi, pubblicata su Aesthetic Plastic Surgery, al fine di accertare la possibilità di intraprendere una revisione sistematica, ha evidenziato che è stata dedicata un’attenzione limitata alla comprensione dei bisogni, delle preoccupazioni e delle aspirazioni delle persone LGBTQIA+ che richiedono interventi estetici.

L’attenzione degli studiosi è stata dunque focalizzata in quella direzione. La revisione sistematica sinaptica esamina criticamente la fornitura di cure mediche estetiche a persone LGBTQIA+, valutando sia le pratiche cliniche che i quadri educativi che guidano le interazioni con questo target di pazienti in ambito estetico.

Seguendo le linee guida PRISMA-S, è stata condotta una revisione completa, identificando inizialmente 159 articoli potenzialmente rilevanti. Dopo una rigorosa revisione full-text, 33 studi hanno soddisfatto i criteri di inclusione e sono stati sottoposti a un’analisi tematica approfondita.

I risultati

Dall’analisi sono emersi quattro temi principali: l’imperativo dell’affermazione dell’identità negli interventi estetici, le barriere sostanziali che impediscono un’assistenza inclusiva ed empatica, la necessità critica di responsabilizzare i pazienti e le carenze esistenti nell’ambito della formazione medica per quanto riguarda l’assistenza alle persone LGBTQIA+.

Questi temi evidenziano una complessa interazione tra le aspirazioni cliniche delle persone LGBTQIA+ e l’attuale capacità della medicina estetica di soddisfare questa diversità.

Le conclusioni

Esiste l’urgente necessità di un cambiamento paradigmatico verso un’assistenza medica estetica più inclusiva, competente e sensibile per i pazienti LGBTQIA+, hanno sottolineato gli autori dello studio. La ricerca sottolinea la necessità di aggiornare la formazione medica e sostiene i cambiamenti politici che promuovono un ambiente sanitario più equo.

Questa ricerca funge da invito all’azione, sottolineando l’imperativo etico di integrare competenze complete in materia di assistenza LGBTQIA+ nei curricula di medicina estetica e nella pratica, hanno concluso.

E. Rahman, P. Rao, W. R. Webb et al., Embracing Spectrum: Celebrating LGBTQIA+ Journeys in Aesthetic Medicine: A Kaleidoscope of Identity, Aesthetic Plast Surg. 2024 Aug;48(15):2902-2914. doi: 10.1007/s00266-024-03923-4. Epub 2024 Mar 18

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