A livello globale, esistono centinaia di filler di acido ialuronico (HA). Il peso molecolare e la concentrazione di acido ialuronico utilizzati come materie prime non variano, tuttavia, in modo significativo tra i prodotti.

L’acido ialuronico adoperato nei filler è in genere estratto dai batteri, con un peso molecolare che normalmente varia da 1,5 milioni a 2,5 milioni di Dalton. Quello ad alto peso molecolare è comunemente impiegato nei filler progettati per aumentare il volume.
La sua concentrazione è, invece, solitamente indicata come milligrammi per millilitro (mg/mL), con la maggior parte dei prodotti contenente tra i 15 e i 25 mg/mL di acido ialuronico. La concentrazione di acido ialuronico influisce non solo sulle proprietà fisiche del filler, bensì anche sul grado di gonfiore dopo la procedura.

I filler di acido ialuronico disponibili sul mercato sono generalmente classificati come bifasici o monofasici in base al metodo di produzione. I primi enfatizzano la reticolazione fisica, mentre i secondi la reticolazione chimica.

Ogni azienda produttrice può incorporare elementi unici nei propri filler per migliorare caratteristiche specifiche. Una comprensione approfondita e una considerazione di questi fattori sono, pertanto, cruciali per selezionare il filler piĂą adatto per l’uso clinico.

Filler a confronto: lo studio

Il presente lavoro, pubblicato sul Journal of Cosmetic Dermatology, riassume le considerazioni essenziali per la selezione dei filler, concentrandosi su proprietĂ  reologiche, profili di sicurezza e applicazioni cliniche.

Evidenzia, inoltre, le differenze tra filler di acido ialuronico (HA) e filler non-HA (ad esempio, acido poli-L-lattico (PLLA), idrossiapatite di calcio (CaHA), polimetilmetacrilato (PMMA)), per guidare i professionisti nelle procedure estetiche.

Nello specifico, è stata condotta una revisione sistematica seguendo le linee guida PRISMA.
Le ricerche su PubMed, Scopus, Web of Science e Cochrane Library hanno prodotto 619 articoli.

Una volta effettuati la rimozione dei duplicati e uno screening rigoroso, sono stati inclusi cinquanta studi sottoposti a revisione paritaria. L’estrazione dei dati si è concentrata su: tipi di filler, proprietĂ  reologiche (ad esempio, valori G′ e G″), sicurezza ed efficacia.

Selezione personalizzata: le conclusioni

Per i filler di acido ialuronico, in particolare per quelli monofasici, è stata riscontrata una consistenza più liscia e una migliore coesione, peculiarità che li rendono ideali per aree ad alta mobilità come la bocca.

I filler bifasici, con maggiore viscoelasticitĂ , vantano invece una capacitĂ  di sollevamento superiore per un supporto dei tessuti piĂą profondi.

I filler non-HA, come l’acido poli-L-lattico (PLLA) e l’idrossiapatite di calcio (CaHA), assicurano risultati piĂą duraturi, ma richiedono tecniche precise a causa dell’irreversibilitĂ .

Una selezione appropriata basata sulla reologia del filler, sull’area target e sulle esigenze del paziente può mitigare rischi come la sindrome da riempimento eccessivo, l’effetto Tyndall e le risposte infiammatorie ritardate.

Comprendere i profili reologici e di sicurezza dei filler è fondamentale per ottenere risultati estetici ottimali. La selezione personalizzata dei filler in base alle proprietà reologiche e al contesto clinico garantisce, infatti, trattamenti sicuri ed efficaci.

Hong G-W, Wan J, Yoon S-E, Wong S and Yi K-H, Conditions to Consider When Choosing Fillers. J Cosmet Dermatol, 2025, 24: e70075. https://doi.org/10.1111/jocd.70075

 

 

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