La psoriasi è una delle problematiche dermatologiche più frequenti al mondo. Oltre ad altre comorbilità note, i pazienti con psoriasi hanno un rischio più elevato di sviluppare disturbi epatici, quali la steatosi epatica associata a disfunzione metabolica (precedentemente conosciuta come steatosi epatica non alcolica), l’epatite indotta da farmaci e la epatopatia alcolica (ALD), rispetto alla popolazione generale.

Negli ultimi quindici anni, le innovazioni nella comprensione della patogenesi della psoriasi sono state tradotte in trattamenti mirati altamente efficaci. Le moderne terapie sistemiche offrono un’elevata probabilità di miglioramento della psoriasi.

Terapia antipsoriasica: lo studio

Considerato il rischio già aumentato di patologie epatiche nei pazienti con psoriasi, un eventuale ulteriore danno epatico causato dalle terapie sistemiche è da sempre sotto attenzione.

Il presente lavoro, pubblicato su Psoriasis: Targets and Therapy, si propone di fornire prove del mondo reale per valutare la potenziale tossicità epatica del trattamento sistemico nei pazienti con psoriasi.

Nello specifico, sono stati analizzati retrospettivamente i cicli di 278 pazienti con psoriasi che hanno ricevuto terapia antipsoriasica sistemica con secukinumab, ixekizumab, adalimumab o apremilast nella routine clinica.

La coorte è stata divisa in due sottogruppi in base a test di funzionalità epatica normali o elevati prima dell’inizio della terapia. I livelli di aspartato aminotransferasi (AST), alanina aminotransferasi (ALT) e gamma glutamil transpeptidasi (GGT), nonché il punteggio di Fibrosis-4 (FIB-4) sono stati misurati al basale, dopo tre e sei mesi di terapia.

Conclusioni e sfide future

Rispetto al sottogruppo con test di funzionalità epatica (LFT) normali, per il sottogruppo di pazienti con test di funzionalità epatica (LFT) elevati sono stati riscontrati i seguenti elementi: un PASI (psoriasis area and severity index) medio più alto, una maggiore probabilità che i soggetti siano maschi e una prevalenza di comorbilità della sindrome metabolica.

Durante il periodo di follow-up, non sono stati evidenziati cambiamenti considerevoli nei test di funzionalità epatica (LFT) e nei valori di FIB-4 per il sottogruppo con test di funzionalità epatica normali al basale.

Nel gruppo di pazienti con test di funzionalità epatica inizialmente elevati, tutti i test di funzionalità epatica sono diminuiti in misura consistente nel tempo, mentre i punteggi di FIB-4 non hanno mostrato alcuna modifica significativa.

In merito alla sopravvivenza del farmaco, ai tassi di interruzione e alla risposta PASI-75 non sono state rilevate differenze ragguardevoli tra i sottogruppi.

In conclusione, lo studio soprariportato fornisce prove del mondo reale circa la terapia sistemica con secukinumab, ixekizumab, adalimumab o apremilast come preziosa opportunità per i pazienti con psoriasi con test di funzionalità epatica elevati al basale.

L’analisi non è, tuttavia, priva di limitazioni dovute al design monocentrico retrospettivo, che impedisce il controllo della variazione nel tempo, ovvero la remissione spontanea o gli effetti indiretti, derivanti ad esempio da cambiamenti nello stile di vita.

Sono, pertanto, auspicabili indagini future che puntino all’implementazione di un design di sperimentazione prospettico, randomizzato e controllato. Inoltre, poiché i pazienti di età inferiore ai diciotto anni sono stati esclusi, la ricerca non è in grado di fornire prove per bambini e adolescenti con psoriasi, noti per il rischio aumentato di malattie epatiche.

Krefting F, Scheib C, Benson S, Hölsken S, Placke JM, Wedemeyer H, Sondermann W. Baseline Pathological Liver Function Tests in Patients With Psoriasis Support the Indication for Systemic Therapy Rather Than Being a Reason Against It: A Real-World Analysis. Psoriasis (Auckl). 2025;15:29-44. https://doi.org/10.2147/PTT.S502296 

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